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CXXVI Exposición Individual de Fotografías: "In the City V" del 13 al 28 de Diciembre, en la Galeria de Arte, MAXART.
John Lennon
L’8
dicembre del 1980, il venticinquenne Mark David Chapman s’appostò all’entrata
del palazzo Dakota, a fianco del Central Park di Manhattan, a New York,
residenza dei coniugi Lennon. Quando John uscì, Chapman gli si avvicinò, gli
strinse la mano e si fece autografare la copertina dell’ultimo disco di Lennon,
Double Fantasy. Il musicista gli chiese se non desiderasse altro e Chapman
annuì sorridendo. Il fotografo Paul Goresh assistette alla scena, immortalando
insieme il futuro carnefice e la futura vittima. Quando Lennon s’allontanò, Chapman
attese il ritorno del genio musicale con la moglie Yoko Ono, per quattro ore.
Alle 22.51, vedendo la coppia rientrare, Chapman puntò la sua rivoltella
calibro 38 alle spalle di John Lennon, esplodendo cinque colpi.
Secondo le
testimonianze, prima di sparare, l’assassino chiamò la sua vittima: “Hey, Mr.
Lennon.” Quattro dei proiettili colpirono Lennon, uno dei quali gli trapassò
l’aorta. Lennon, prima di cadere, perdendo i sensi, fece qualche passo sui
gradini, mormorando: “Mi hanno sparato.” Trasportato al Roosevelt Hospital,
John Lennon fu dichiarato morto alle 23.15.
Al momento
dell’omicidio, Chapman aveva con se una copia del libro “Il giovane Holden”. Senza
fuggire, rimasse impassibile sulla scena del crimine. Tirò fuori il libro e si
mise a leggere. Il portiere dello stabile, Jay Hastings, coprì con la sua
giacca il petto insanguinato di Lennon e chiamò la polizia, mentre il custode
del DaKota Building, Jose Perdomo chiese a Chapman se era cosciente di quello
che aveva combinato. Chapman, serafico, rispose che aveva sparato a John
Lennon.
I primi poliziotti ad arrivare sulla scena del delitto furono Steve Spiro e Peter Cullen, di pattuglia alla 72esima strada, poiché avevano appreso la notizia che un uomo era stato ferito a colpi d’arma da fuoco, nei pressi del Dakota. Gli agenti s’accorsero che le ferite riportate dalla vittima erano serie. Non potendo aspettare l’ambulanza decisero di caricare il corpo di Lennon nella loro auto, conducendolo al più vicino ospedale.
Chapman si
lasciò arrestare senza opporre resistenza e tre ore dopo il suo fermo, disse:
“Sono sicuro che una grossa parte di me è Holden Caulfield che è il
protagonista del libro. Una piccola parte di me deve essere il diavolo.”
Chapman dichiarò che due mesi prima si era già recato a New York con l’obbiettivo
di uccidere John Lennon, ma di aver cambiato idea, affermando che le sue azioni
erano protese ad ottenere attenzione.
Accusato
d’omicidio di secondo grado e dichiaratosi colpevole, il 24 agosto del 1981, Chapman
fu condannato alla reclusione da un minimo di vent’anni, al massimo
dell’ergastolo. Nel 2000, scontata la pena minima, si è visto rifiutare la
richiesta di libertà condizionata. Dopo oltre trent’anni trascorsi nel carcere
di Attica, nel 2012 fu trasferito nel carcere di Wende, nello Stato di New
York, senza che fosse fornita una motivazione al trasferimento.
Chapman si
dichiarava un fervente cristiano e un’associazione religiosa ha chiesto la sua
scarcerazione. Yoko Ono e numerosi fan di John Lennon, al contrario, hanno
chiesto che non venga scarcerato. Il 27 agosto del 2022, per la dodicesima
volta, la commissione giudicante dello Stato di New York, gli ha negato la
libertà.
Il 14 dicembre 1980, milioni di persone nel
mondo risposero all'appello di Yoko, di fermare ogni attività per 10 minuti di
silenzio, in onore di John Lennon. Trentamila si riunirono
a Liverpool, mentre 225.000 persone si recarono a Central Park, vicino al
luogo del delitto. In quei dieci minuti, ogni stazione radiofonica di New
York City sospese le trasmissioni. Le spoglie di Lennon furono cremate
al Ferncliff Cemetery di Hartsdale, New York e le sue ceneri sparse
nell'oceano Atlantico. Nessun funerale fu celebrato e non esiste una sua
tomba.
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