lunes, 1 de diciembre de 2025

John Lennon





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      CXXVI Exposición Individual de Fotografías:             "In the City V" del 13 al 28 de Diciembre,                        en la Galeria de Arte, MAXART.








John Lennon

L’8 dicembre del 1980, il venticinquenne Mark David Chapman s’appostò all’entrata del palazzo Dakota, a fianco del Central Park di Manhattan, a New York, residenza dei coniugi Lennon. Quando John uscì, Chapman gli si avvicinò, gli strinse la mano e si fece autografare la copertina dell’ultimo disco di Lennon, Double Fantasy. Il musicista gli chiese se non desiderasse altro e Chapman annuì sorridendo. Il fotografo Paul Goresh assistette alla scena, immortalando insieme il futuro carnefice e la futura vittima. Quando Lennon s’allontanò, Chapman attese il ritorno del genio musicale con la moglie Yoko Ono, per quattro ore. Alle 22.51, vedendo la coppia rientrare, Chapman puntò la sua rivoltella calibro 38 alle spalle di John Lennon, esplodendo cinque colpi.     

Secondo le testimonianze, prima di sparare, l’assassino chiamò la sua vittima: “Hey, Mr. Lennon.” Quattro dei proiettili colpirono Lennon, uno dei quali gli trapassò l’aorta. Lennon, prima di cadere, perdendo i sensi, fece qualche passo sui gradini, mormorando: “Mi hanno sparato.” Trasportato al Roosevelt Hospital, John Lennon fu dichiarato morto alle 23.15.

Al momento dell’omicidio, Chapman aveva con se una copia del libro “Il giovane Holden”. Senza fuggire, rimasse impassibile sulla scena del crimine. Tirò fuori il libro e si mise a leggere. Il portiere dello stabile, Jay Hastings, coprì con la sua giacca il petto insanguinato di Lennon e chiamò la polizia, mentre il custode del DaKota Building, Jose Perdomo chiese a Chapman se era cosciente di quello che aveva combinato. Chapman, serafico, rispose che aveva sparato a John Lennon.

I primi poliziotti ad arrivare sulla scena del delitto furono Steve Spiro e Peter Cullen, di pattuglia alla 72esima strada, poiché avevano appreso la notizia che un uomo era stato ferito a colpi d’arma da fuoco, nei pressi del Dakota. Gli agenti s’accorsero che le ferite riportate dalla vittima erano serie. Non potendo aspettare l’ambulanza decisero di caricare il corpo di Lennon nella loro auto, conducendolo al più vicino ospedale.

Chapman si lasciò arrestare senza opporre resistenza e tre ore dopo il suo fermo, disse: “Sono sicuro che una grossa parte di me è Holden Caulfield che è il protagonista del libro. Una piccola parte di me deve essere il diavolo.” Chapman dichiarò che due mesi prima si era già recato a New York con l’obbiettivo di uccidere John Lennon, ma di aver cambiato idea, affermando che le sue azioni erano protese ad ottenere attenzione.

Accusato d’omicidio di secondo grado e dichiaratosi colpevole, il 24 agosto del 1981, Chapman fu condannato alla reclusione da un minimo di vent’anni, al massimo dell’ergastolo. Nel 2000, scontata la pena minima, si è visto rifiutare la richiesta di libertà condizionata. Dopo oltre trent’anni trascorsi nel carcere di Attica, nel 2012 fu trasferito nel carcere di Wende, nello Stato di New York, senza che fosse fornita una motivazione al trasferimento.

Chapman si dichiarava un fervente cristiano e un’associazione religiosa ha chiesto la sua scarcerazione. Yoko Ono e numerosi fan di John Lennon, al contrario, hanno chiesto che non venga scarcerato. Il 27 agosto del 2022, per la dodicesima volta, la commissione giudicante dello Stato di New York, gli ha negato la libertà. 

Il 14 dicembre 1980, milioni di persone nel mondo risposero all'appello di Yoko, di fermare ogni attività per 10 minuti di silenzio, in onore di John Lennon. Trentamila si riunirono a Liverpool, mentre 225.000 persone si recarono a Central Park, vicino al luogo del delitto. In quei dieci minuti, ogni stazione radiofonica di New York City sospese le trasmissioni. Le spoglie di Lennon furono cremate al Ferncliff Cemetery di Hartsdale, New York e le sue ceneri sparse nell'oceano Atlantico. Nessun funerale fu celebrato e non esiste una sua tomba.




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