jueves, 1 de junio de 2023

Poesie

 

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       XCVI Exposición Individual de Fotografías:              "Playas y Mares VI" del 10 al 25 de Junio,                     en la Galeria de Arte, MAXART.







Dovrei  

 

Per stare a fianco a te dovrei essere un soriano,

di quei gatti impassibili e dal contegno strano,

per le tue attenzioni e un viso premuroso avere,

devo cambiare razza e ammainare le bandiere.

 

Farei la vita del gatto per stare a fianco a te,

coccolato e accarezzato sentirmi come un re,

lasciar la vita nevrotica che mi fa un matto

e tra le braccia tue diventare il tuo gatto.

 

Ma in fondo me lo merito e poi siam tutti gatti,

rabbiosi e opportunisti indipendenti e astratti,

ma mi da sconcerto quando porti il tuo Cici,

un tipo che nulla ha più di me a fare la pipi.








Chissà   

 

Chissà se si abbracciano su un altro pianeta,

o se cade sul loro sconcerto una lacrima inquieta.

Se si danno lusinghe o sentono un languore,

quando di sera vedono una stella che muore.

Se sentono la vita di un bimbo nel ventre,

o si dolgono se perdono un caro nel mentre.

Se apprezzano lo schiudersi d’un tenero fiore

e quando è l’ora si fanno gli auguri di cuore.

Se guardano là e vedono un pianeta,

fatto d’azzurro fatto di seta,

sapranno che vivono esseri fortunati,

o solo circondati da tanti globi gelati?

Se il suo colore dimostra e sarebbe pazzia,

non ammettere che siamo i migliori che ci sia,

l’apparenza inganna ed è meglio accettare,

che siamo infelici per una morte da contrastare.

 








Figlio  mio

 

Figlio mio,

se un giorno tremante non potrò fare,

tutto ciò che solevo costruire,

non preoccuparti tu fai finta di niente

e continua a parlare lentamente.

Torna a visitarmi quando ne hai voglia,

io ti aspetterò sulla solita soglia

e vederti arrivare mi schiarirà il cuore,

al cospetto del mio più limpido amore.

Dolori e affanni spariranno all’istante,

come quando si riceve uno splendido amante,

ma è affetto per un figlio il mio splendido giglio,

ancor più ben voluto in cui ho sempre creduto.

Quando arrivasti tra noi in un giorno splendente,

tra dolori e speranze quanto è bello gridava la gente,

eri proprio il bambino che avevo sempre sognato e

fiorendo il tuo afflato mi lasciava ancor più senza fiato.

E se quando attizzo i carboni per farti un bel fuoco

e rifocillarti in un inverno grigio freddo e piovoso,

inciampassi e cadessi per terra per un brivido al cuore,

 tu alzami e stendimi sulla mia vecchia poltrona,

per spirare felice nella mia agognata cornice,

che ho voluto da sempre che non ho faticato per niente,

che ho avuto il figlio perfetto con neanche un difetto

 e morire al pensiero è solo perdere il padre più fiero.   




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