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Curiosità del passato
Il palazzo di Versailles, costruito nel XVII secolo, era sprovvisto dei
bagni e gli escrementi umani erano gettati dalle finestre. Nel palazzo non vi
era la minima igiene, anche se si preparavano banchetti per centinaia di
persone. I giardini erano usati per defecare e orinare, anche se erano
provvisti di uno dei sistemi idraulici più avanzati dell’epoca, alimentando le
fontane attraverso chilometri di canali e acquedotti, ma nulla per migliorare
la situazione igienica di chi lo abitava. All’epoca, le docce non erano usate,
cosi come gli spazzolini da denti o la carta igienica, quindi, i nobili usavano
i ventagli e i profumi per mitigare le tremende puzze che i loro corpi emanavano,
lasciati sporchi per mesi e talvolta per anni, poiché i loro sontuosi vestiti e
le loro elaborate acconciature non potevano occultare la situazione igienica
del loro corpo. Si narra che Luigi XIV abbia fatto un solo bagno nella sua vita,
lavando periodicamente parti del suo corpo. La maggior parte dei matrimoni si
celebrava in giugno, poiché il primo bagno dell’anno avveniva in maggio e dopo
un mese il lezzo era sopportabile. Tuttavia, per coprire lo sgradevole odore
residuo, le spose si ornavano di un mazzo di fiori; tradizione giunta sino ai nostri
giorni. Il bagno si eseguiva in una tina, usata da tutti i membri della
famiglia. Il primo a usufruirne era il capofamiglia. Dopo aver lasciato il suo
luridume nelle acque, toccava agli altri membri della famiglia immergersi nella
tinozza, in ordine di importanza. Per gli ultimi il rischio di infezione era
altissimo.
A tavola si usavano piatti di stagno, i quali al contatto con i pomodori si
ossidavano, causando avvelenamenti, tanto che nei primi due secoli dall’arrivo
del prodotto dalle Americhe, i pomodori furono considerati velenosi. La
combinazione tra alcool e l’ossido di stagno che le tazze contenevano, poteva
provocare stati di incoscienza simili alla narcolessia. Se capitava in strada,
i passanti potevano pensare che l’individuo fosse deceduto. Quindi, il corpo
veniva portato via e preparato per il funerale. Il defunto era posto sul tavolo
di cucina, dove amici e parenti mangiavano, vegliando l’aspirante defunto,
nella speranza che si svegliasse. Da qui nasce la tradizione di vegliare un
defunto per circa 36 ore. In Inghilterra, per mancanza di spazio, i vecchi defunti
venivano dissotterrati e sistemati negli ossari, mentre i nuovi defunti
prendevano il loro posto. Aprendo le vecchie bare, alcune volte si trovavano
graffi sul coperchio, segno che l’individuo era stato sepolto vivo. Così, nasce
l’idea di legare al polso del cadavere una cordicella che tramite un foro, nel
caso si fosse rivitalizzato, arrivava a una campanella che allertava un
guardiano. Da quella pratica nacque il detto: “Salvato dalla campana.”
Nel
Rinascimento, le cortigiane erano circondate da un alone di mistero e fascino.
Oltre alle abilità sociali e intellettuali, queste donne intriganti erano
legate a delle curiosità insolite, come comunicare tra loro tramite il linguaggio del ventaglio, con particolari
movimenti e posizioni dello stesso. Le cortigiane indossavano anelli o pendenti
a forma di chiave. Questi gioielli, otre a ornare, servivano a simboleggiare
l’accesso alle loro stanze private. Le cortigiane indossavano piume colorate come
accessori distintivi, dove ogni colore aveva un significato simbolico. La piuma
rossa indicava la disponibilità agli incontri amorosi, mentre la piuma nera
indicava uno stato di lutto o di malinconia. Le cortigiane portavano piccoli
specchi rotondi, i quali, oltre a controllare il proprio aspetto, servivano per
riflettere la luce sul volto desiderato per attirare l’attenzione. Le
cortigiane avevano anche una tradizione insolita, legata alle loro calze.
Quando una cortigiana decideva di abbandonare il suo mestiere, donava una delle
sue calze a un ospite speciale, il quale si sentiva onorato.
Alla
fine del 1.800, alcune città statunitensi approvarono delle leggi di natura
discriminatoria che vietavano agli individui sgradevoli, mutilati e deformi di
apparire in pubblico. Queste leggi proposte da un movimento sociopolitico aveva
lo scopo di migliorare la genetica della popolazione, escludendo gli individui
con disabilità fisiche o mentali, con il pretesto di un beneficio per la salute
pubblica. L’applicazione delle leggi variava dalle multe, alla reclusione o
all’allontanamento con la forza dei suddetti dagli spazi pubblici.
Si viveva meglio nella
Roma Imperiale che in una città occidentale del XX secolo. Roma era il centro del
mondo conosciuto e si avvaleva di tutte le conquiste socio tecnologiche che nei
secoli aveva realizzato. Quindi, la vita dei Romani era piena di agi che alla
fine dell’impero scomparvero. Nel medioevo tutta l’Europa si trasformò in un posto
selvaggio, preda della malaria e della peste. Tutte le conquiste che
faticosamente i Romani avevano raggiunto, scomparvero, preda della filosofia
religiosa che prevedeva la sofferenza e la preghiera. Solo nel XX secolo
l’umanità superò le conquiste che i Romani avevano raggiunto duemila anni prima.
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