La rapina più grande del Rock
Il più grande chitarrista del rock, fu anche il più grande
ladro del west, poiché nella sua carriera raccattò da altri riff e intere
canzoni, per convertirle in sue in quantità industriali e in molti casi senza prendersi
nemmeno il fastidio di cambiare il titolo al brano originale. Nulla di male a
eseguire canzoni di altri on the stage o su vinile, ma cambiare la paternità dei
brani e con qualche aggiustamento proporli come propri, per sviare fans e
istituzioni, allora la questione diventa seria e si tramuta in plagio. La legge
punisce severamente i plagiari, ma in quegli anni i controlli scarseggiavano e
gli artisti derubati, raramente denunciavano il furto.
Immigrant Song
Jimmy Page cominciò a farsi le ossa quando entrò negli Yardbirds, nel 1966. Iniziò a riciclare materiale altrui, trasformandolo alla sua maniera per depistare ogni eventuale accusa. Entrare nei dettagli della faccenda è raccapricciante, roba da far accapponare la pelle a milioni di fans in giro per il mondo, truffati dal più grande ladro dalla chitarra in mano. Persino il nome dei Led Zeppelin è un’idea estranea alle loro menti. Una sera, in una sala di registrazione, Jimmy Page, Jeff Beck, John Paul Jones, John Entwistle e Keith Moon, dopo una session, cominciarono a fantasticare sulla formazione che sarebbe potuta nascere dalla loro unione, dati i contrasti che all’epoca bassista e batterista avevano con Pete Townshend, in seno agli Who. Keith Moon suggerì il nome: Lead Zeppelin. Poi corretto in, Led Zeppelin.
The Ocean
Dazed and Confused, nella versione
live è il brano più complesso di tutta la storia del rock. Fu ispirata a Jimmy
Page, da un certo Jake Holmes che lo inserì nel suo album acustico d’esordio, pubblicato nel giugno del 1967. Il 25 agosto 1967, Jake Holmes aprì il
concerto degli Yardbirds al Green Village di New York. Gli Yardbirds furono
impressionati dal suo talento e scelsero quel brano rielaborato per proporlo
dal vivo, senza mai inciderlo su vinile. Il tema fu poi ripreso da Page
come membro dei Led Zeppelin, il quale non cambiò il titolo ma introdusse nuovi
testi. Inserì soprattutto dal vivo, visionarie e struggenti atmosfere che riusciva
a estrarre dalla sua Les Paul, suggerite da anfetamine e allucinogeni
alla moda in quegli anni; sciorinando una serie di virtuosismi, lancinanti
pianti e suadenti sospiri, attraverso l'uso dell’archetto del violino che sistematicamente
distruggeva a ogni concerto. Jimmy Page affermò che l’idea di usare l’archetto
del violino sulla chitarra, gli fu suggerita nella sua giovinezza quando
lavorava come turnista nelle sale di registrazione da un violinista chiamato
David McCallum. In quegli anni tra l’altro, essendo molto richiesto, si diceva che
le sue performance stavano sulla metà dei dischi usciti in Inghilterra, tra il
1963 e il 1966. Sul disco dei Led Zeppelin, il brano è accreditato a Jimmy Page
e non a Jake Holmes, il quale non intraprese nessuna azione legale. Solo chiese
a Jimmy delle royalty senza essere accontentato.
Ramble On
Moby Dick, è composta da un riff di chitarra, già incluso nel brano dei Led Zeppelin, The Girl I Love She Got Long Black Wavy Hair, registrato negli studi della BBC nel 1969, pero mai utilizzato e un lungo assolo di batteria. Il riff fu estratto da Watch Your Step, un pezzo di Bobby Parker del 1961, del quale Page era grande fan, tanto da proporgli nella metà degli anni settanta, un contratto con la neonata casa discografica Swan Song, di sua proprietà. Questo brano fu plagiato per ammissione degli stessi artisti, anche da John Lennon in I Feel Fine e dai Deep Purple in Rat Bat Blue.
Stairway To Heaven, ritenuta unanimemente come la migliore canzone di tutta la storia del
rock, fu plagiata da un brano degli Spirit del 1967, chiamato Taurus. Nella
prima parte Robert Plant canta accompagnato dalla sola chitarra di Jimmy Page.
Nella seconda, si apprezza il sound che il gruppo riusciva a ricavare,
soprattutto nelle interpretazioni dal vivo. Jimmy libera un lungo assolo, intenso e
accattivante, mettendo in luce oltre alla sopraffina tecnica anche una profonda
vena melodica. Dal vivo soleva cambiare sempre una piccola parte dell'assolo, risultando le versioni tutte diverse una dall'altra.
Stairway To Heaven
Black Dog, é uno dei temi più famosi della storia del rock. Porta la firma di Page, Plant
e Jones. In realtà è plagiata, per la parte musicale da una canzone dei Procol
Harum del 1969, chiamata Long Gone Geek, il cui riff fu estratto da Jones e per
la parte vocale da Oh Well, dei Fleetwood Mac. La canzone quindi è un mix tra le
due canzoni menzionate, come candidamente ammise in un’intervista Robert Plant. Il cane
nero, giocava davanti alla loro casa, nella campagna di Headley Grange mentre componevano…
scusate, mentre plagiavano il brano.
Nobody's Fault But Mine, é un brano registrato da Blind Willie Johnson, nel 1947. Per questa canzone
Robert Plant, ha avuto il buon gusto di cambiare il testo, anche se il titolo è
rimasto quello originale. Parla di un uomo che al momento della morte tenta di
dimostrare un passato virtuoso. Poi accetta le proprie colpe, sperando
nell’assoluzione. Nel brano si apprezza un virtuoso Plant, alle prese con un
solo di armonica. Nel brano con base blues, Bonham e Jones tracciano ritmi
sincopati, dei quali erano maestri.
Heartbreaker - Living Loving
Rock And Roll, porta la firma dei
quattro. In realtà é plagiata da una canzone di Little Richard, chiamata Keep a
Knokin, del 1958, anche se la canzone ebbe una lunga evoluzione. Portata al
successo nel 1920 da Perry Bradford, fu ritoccata nel 1928 da James Widding, poi
da Lil Johnson nel 1935, da Dave Bartholomew e Pearl King nel 1955, sino ad
arrivare al menzionato Little Richard.
Whole Lotta Love, é stato uno degli hit più sensazionali della storia
del rock. Nel 1962, Willie Dixon registrò con Muddy Waters, You Need Love, molto
somigliante al brano dei Led Zeppelin. Nel 1966, anche gli Small Faces la plagiarono,
intitolandola You Need Loving. Le
similitudini con la canzone di Dixon, porteranno la band in tribunale,
determinandone il plagio nel 1985, con la susseguante condanna a un
risarcimento e all’inclusione del nome di Dixon come compositore. Nel mezzo del brano, Page vanitosamente inserì una serie di effetti particolari, estratti con l'ausilio del Theremin.
Quasi tutti i brani del loro repertorio sono frutto di plagio. Ne menzioniamo alcuni. Black Mountain Side, Bring It On Home, The Lemon
Song, Immigrant Song, Communication Brakedown, Boogie With Stu,
Custard Pie, Gallows Pole, How Many More Times, In My Time Of Dying, Trampled
Under Foot, Babe I'm Gonna Leave You. Per molte canzoni il risarcimento si definiva
fuori dai tribunali e lontano da occhi indiscreti con un accordo privato. Una
volta Jimmy, cercando di attenuare le colpe, si scusò dicendo che all’epoca
tutti rubavano tutto e nessuno accusava di plagio nessuno.
Since I've Been Loving You
Quanto varrebbero i Led Zeppelin senza quei brani? Quasi nulla. La
loro bravura è innegabile, il non plus ultra di tutto il rock, ma sono diventati
grandi, grazie a quei brani plagiati. Grandissimi musicisti, eccellenti arrangiatori,
sul palco avevano un’intesa illimitata, ma anche magistrali truffatori. Robert Plant si difende alla stessa maniera, dicendo che prendere in
prestito brani da altri artisti, era una pratica molto diffusa a quei tempi: "Erano solo piccole ruberie. Il riff lo proponeva Jimmy ed io pensavo, adesso cosa
canto? Cambio un po’ il testo, tanto la canzone è ormai dimenticata. Questo era
il gioco."
Alla morte di John Bonham, i plagi perpetrati durante l’arco di tutta la
carriera, furono per vari comprensibili motivi, la vera causa che sancì la
fine dei Led Zeppelin.
John Henry Bonham, eccelso percussionista dalla
grande potenza e resistenza, inventore di uno stile fatto di superbi
intrecci tra cassa e rullante, usando i pochi tamburi che ornavano la sua Ludwig, come una tastiera. Memorabili nei suoi assolo, l'uso delle nude mani e l'utilizzo contemporaneo di quattro bacchette. Senza alcun dubbio ha influenzato tutto l’Heavy Metal.
John Paul Jones, il più tecnico dei quattro. Polistrumentista, si districava virtuosamente e senza preferenze, tra le tastiere e le corde del
suo famoso Fender Jazz Bass. Amalgamava e addolciva le aspre e dure sonorità della
band, con fraseggi armoniosi e appropriati. Di carattere schivo, non amava troppo le luci della ribalta, appartandosi quasi sempre in un angolo del proscenio, lasciando al duo Page-Plant, in alternanza, il compito di front men.
James Patrick Page, forse il più grande chitarrista
della storia del rock, veloce, versatile e influente, divino sul palco. I suoi
assolo avevano una tecnica assoluta e le cascate di note che ricavava dalla sua
Gibson, erano veementi e infinite. Fortemente ha cercato la gloria, ottenedola sia pure a costo di ruberie che hanno minato indelebilmente il suo ricordo e impossibili da nascondere di fronte alla giustizia del tempo. Ad ogni modo, ha convertito tante stanche
sonorità perdute, in perle immortali.
Robert Anthony Plant, Adone, dalla potente voce, volava
lì dove gli altri non osavano e come i suoi colleghi era in grado di passare da sonorità hard a blues, con assoluta facilità ed efficacia. I suoi assolo di armonica completavano
magistralmente le sue interpretazioni. Le venature soul e blues, incluse nei brani rock delle decadi successive, furono in parte suo merito.
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