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XCVI Exposición Individual de Fotografías: "Playas y Mares VI" del 10 al 25 de Junio, en la Galeria de Arte, MAXART.
Dovrei
Per stare a fianco a te dovrei essere un soriano,
di quei gatti impassibili e dal contegno strano,
per le tue attenzioni e un viso premuroso avere,
devo cambiare razza e ammainare le bandiere.
Farei la vita del gatto per stare a fianco a te,
coccolato e accarezzato sentirmi come un re,
lasciar la vita nevrotica che mi fa un matto
e tra le braccia tue diventare il tuo gatto.
Ma in fondo me lo merito e poi siam tutti gatti,
rabbiosi e opportunisti indipendenti e astratti,
ma mi da sconcerto quando porti il tuo Cici,
un tipo che nulla ha più di me a fare la pipi.
Chissà
Chissà se si abbracciano su un
altro pianeta,
o se cade sul loro sconcerto
una lacrima inquieta.
Se si danno lusinghe o sentono
un languore,
quando di sera vedono una stella
che muore.
Se sentono la vita di un bimbo
nel ventre,
o si dolgono se perdono un
caro nel mentre.
Se apprezzano lo schiudersi
d’un tenero fiore
e quando è l’ora si fanno gli
auguri di cuore.
Se guardano là e vedono un
pianeta,
fatto d’azzurro fatto di seta,
sapranno che vivono esseri
fortunati,
o solo circondati da tanti
globi gelati?
Se il suo colore dimostra e
sarebbe pazzia,
non ammettere che siamo i
migliori che ci sia,
l’apparenza inganna ed è
meglio accettare,
che siamo infelici per una
morte da contrastare.
Figlio mio
Figlio mio,
se un giorno tremante
non potrò fare,
tutto ciò che solevo
costruire,
non preoccuparti tu fai
finta di niente
e continua a parlare
lentamente.
Torna a visitarmi quando
ne hai voglia,
io ti aspetterò sulla
solita soglia
e vederti arrivare mi
schiarirà il cuore,
al cospetto del mio più
limpido amore.
Dolori e affanni
spariranno all’istante,
come quando si riceve
uno splendido amante,
ma è affetto per un
figlio il mio splendido giglio,
ancor più ben voluto in
cui ho sempre creduto.
Quando arrivasti tra noi
in un giorno splendente,
tra dolori e speranze
quanto è bello gridava la gente,
eri proprio il bambino
che avevo sempre sognato e
fiorendo il tuo afflato
mi lasciava ancor più senza fiato.
E se quando attizzo i
carboni per farti un bel fuoco
e rifocillarti in un
inverno grigio freddo e piovoso,
inciampassi e cadessi
per terra per un brivido al cuore,
tu alzami e stendimi sulla mia vecchia
poltrona,
per spirare felice nella
mia agognata cornice,
che ho voluto da sempre
che non ho faticato per niente,
che ho avuto il figlio
perfetto con neanche un difetto
e morire al pensiero è solo perdere il padre
più fiero.
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