Non dolga il ricordo della storia.
domingo, 1 de abril de 2018
L’indole umana
XXXIV Exposición Individual de Fotografías: "Mariposas" del 7 al 22 de Abril, en la Galeria de Arte, MAXART.
L’indole umana
Ah
Padre Pio, Padre Pio. Quanti danni hai fatto. E sei in buona compagnia, tra
Santi e Madonne piangenti passate alla storia che a ritmo alterno saltano agli
onori della cronaca. Una delle ultime più famose è Medjugorje, ma persino il Vaticano
ha preso le distanze.
Padre Pio, dicevamo, al secolo Francesco Forgione di Pietrelcina, ora San
Pio di Pietrelcina, è stato un burbero millantatore o se preferite un isterico
bugiardo, poiché alcuni studi fatti su di lui negli anni venti del secolo
scorso, imposti dalla Chiesa e condotti da Padre Agostino Gemelli, l’hanno screditato alla grande e solo per acclamazione popolare,
per tenere contenti quei beccaccini
dei credenti, dopo mezzo secolo è stato fatto Santo.
Ammesso e non concesso che abbia avuto veramente le
stigmate e non se le procurava con il vetriolo, acido solforico, come riportato
nel referto medico, esse sono frutto di una malattia e non un “regalo” di Dio,
per proclamarne la sua esistenza. Tra l’altro, alcuni testimoniarono che periodicamente
andava in paese per approvvigionarsene.
“Uno psicopatico
ignorante che indulge in automutilazione e si procura artificialmente le
stigmate, allo scopo di sfruttare la credulità della gente." Padre
Agostino Gemelli.
Un capitolo a parte sono le svariate malattie che Pio
soffriva sin da piccolo e per le quali ne siamo profondamente addolorati.
La parola “stigmate”, o, “stimmate”, derivante dal greco, indicava
il segno che lasciava il ferro rovente impresso su animali o schiavi. I
cattolici, la usano per indicare le piaghe di Cristo che ritroviamo anche su
alcuni Santi. In medicina, le stigmate, sono note come sindrome di Gardner e
Diamond e compaiono soprattutto in soggetti isterici.
In
America Latina, possedimento cattolico e guarda caso non in Asia, terra d’altre
filosofie, sono stati segnalati nel tempo, molti casi su soggetti che
presentavano tali ferite e non tutti, per fortuna, spacciate per divine.
Non dolga il ricordo della storia.
Non dolga il ricordo della storia.
L’indole umana
è quella di soverchiare il prossimo, anche attraverso l’autoflagellazione, nella
fattispecie con le famigerate stigmate. Raggiri e menzogne, in nome della sopravvivenza.
Scalzare il prossimo, nell’esaltazione della propria figura.
Come le pecore uscendo
dall’ovile, strapazzano il loro congenere saltandogli addosso, per accaparrarsi
più rapidamente la via della pastura e come un neonato uccellino, nel nido
becca in testa sino alla morte il suo fratellino piú debole, per far suo tutto il cibo
paterno, così, gli umani, per istinto e furtivamente, ma con le stesse
intenzioni e risultati, calpestano e sopraffanno il proprio simile, nella
sfrenata corsa della sopravvivenza.
Anche
l’universo, gestito da leggi simili, prevede la morte degli astri più grandi e duraturi, belli ai nostri occhi, ma miseramente
cattivi e fagocitatori dei loro simili. Quindi, gli umani, figli dell’universo e discendenti delle
scimmie, animali evoluti ma d’indole malvagia e crudele, divorano tutto e tutti.
Ineluttabilmente morte, lasciando il passo ad altri e replicare la vita.
Non
lamentiamoci troppo, non deprimiamoci quando avvertiamo violenza e crudeltà
nei nostri confronti. Quando subiamo ingiustizie e maltrattamenti. Non c’è
l’hanno con noi, si stanno solo difendendo! Stanno solo vivendo! Meditate gente... meditate.
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