martes, 1 de mayo de 2012

Titanic







L’inaffondabile Titanic


La ricorrenza del I centenario dell’affondamento del Titanic, in concomitanza con il disastro del Costa Concordia avvenuto pochi mesi or sono in circostanze diverse, ha esaltato l’esigenza di ricordare questa immane tragedia. Ci limiteremo brevemente a menzionare le cause e le sfortunate coincidenze che determinarono l’affondamento del più grande mastodonte marino dell’epoca. Parte delle notizie qui descritte è dedotta dai filmati raccolti, dopo che negli ultimi decenni con l’aiuto della tecnologia ci siamo avvicinati al relitto che giace a 4 km sotto il livello del mare, poiché i sopravvissuti all’epoca hanno fornito testimonianze discordanti e sommarie, in preda allo shock e impegnati a salvare le loro vite.



Alle 23.40 del 14 aprile 1912, il Titanic sbatte contro un iceberg e alle 2.20 del 15 aprile scompare nelle gelide acque dell’oceano Atlantico, provocando la morte di 1.517 persone. Dai rilievi fatti sul fondo del mare, si è riscontrato che la nave si spezzò in due tronconi, contrariamente alla maggioranza delle testimonianze che affermava d’aver visto l’imbarcazione affondare integra. La nave cominciò a inondarsi d’acqua a prua, nel punto in cui l’iceberg aveva provocato lo squarcio, riempiendo i compartimenti stagno, che stagno non erano come poi vedremo, abbassando la prua sino a sommergersi sotto il livello del mare. Di conseguenza la poppa si alzò fuori dall’acqua, sino a quando la struttura non sopportando l’immane peso, si ruppe inevitabilmente nel mezzo in due tronconi, tra il secondo e il terzo fumaiolo. Infatti, una struttura navale sia pur imponente e forte come quella del Titanic, non poteva sopportare un peso cosi grande in tale posizione. Da una simulazione al computer si è potuto stabilire che la prua s’inabissò in linea retta, mentre la poppa con un movimento a spirale. I due tronconi si adagiarono sul fondo dell’oceano in cinque minuti, toccando nell’abissarsi una velocità di circa 50 km/h in un gran tonfo, collassando quasi su se stessi, spinti dall’enorme peso, a 800 metri di distanza l’uno di fronte all’altro.



Prima della collisione il Titanic fu avvertito da altre navi che transitavano nelle vicinanze, della presenza d’iceberg sulla rotta ma i marconisti presi dal lavoro e probabilmente da un'imperdonabile spirito d’onnipotenza non dettero peso ai suggerimenti. Di notte nel mare, un iceberg é visibile soprattutto grazie alle onde che s’infrangono alla sua base ma con un mare assolutamente calmo non vi erano indicazioni e il margine di sicurezza era molto ridotto per una nave che viaggiava a tutta velocità. A segnalare la presenza di una montagna di ghiaccio, c’era all’orizzonte solo una flebile interruzione della luminosità che le stelle producevano. Al momento dell’avvistamento, si ordinò di virare a sinistra mettendo i motori in retromarcia per ridurre la velocità. Quest'altro errore volle dire, diminuire la forza d’attrito necessaria per un cambio repentino di direzione.





Alcune testimonianze raccontarono:


L'oceano era liscio come la superficie di un pavimento, fatto veramente eccezionale.

Era una notte stellata, non c'era la luna e non avevo mai visto le stelle brillare più fulgide, sembrava che volessero staccarsi dal cielo. Era una di quelle notti in cui ci si sente felici di essere al mondo.

Salivano al cielo le grida più atroci mai udite da uomo mortale, se non da chi sopravvisse a quella terribile tragedia. I gemiti e i lamenti dei feriti, le urla di chi era in preda al terrore e lo spaventoso boccheggiare di chi annegava, nessuno di noi lo dimenticherà più, fino al giorno della sua morte.






Passeggeri                              Perdite

I Classe                 119 uomini   11 donne-bambini
II Classe                142 uomini   24 donne-bambini
III Classe               417 uomini 119 donne-bambini
Equipaggio            682 uomini    3 donne
Totale                                      1.517


Salvati                                                        Totale

54 uomini,   145 donne-bambini                       338
15 uomini,   104 donne-bambini                       285
69 uomini,   105 donne-bambini                       710
194 uomini,  20 donne                                     899
Totale                                                          2.223
                  



La chiglia della nave aveva un doppio fondo rinforzante, tant’é che, quando la nave si ruppe in due il doppio fondo tenne saldate ancora per un po’ le due parti, sino a quando la prua inabissandosi, sommò ulteriori forze sino a romperlo definitivamente. Lo scafo era suddiviso in sedici compartimenti stagni, le cui porte a ghigliottina si potevano chiudere automaticamente dal ponte di comando o sfruttando la sola forza di gravità. Questi compartimenti però oltre ad essere stati ridotti dai 4,5 m previsti dal progetto originale, a 3 metri, per far posto a ulteriori lussuosi saloni, non raggiungevano il tetto e stagno a questo punto non erano più. Il mancato isolamento dei compartimenti, durante l'affondamento della prua originò un sistema di vasi comunicanti tale che, quando un compartimento si riempiva, l'acqua tracimava a cascata nel successivo e così via fino a che tutto lo scafo della nave fu invaso dall'acqua. Questa fu la causa decisiva dell’affondamento della nave.



Una delle ragioni delle tante vittime, fu l’inadeguato numero di scialuppe di salvataggio collocate a bordo, nonostante le sedici disponibili rispettassero le normative marittime dell’epoca. In più, fu concesso di salire sulle scialuppe a sole 705 persone, delle 1178 che avrebbero potuto occuparne il posto, poiché furono calate in mare prima del dovuto. Al momento della costruzione della nave  un numero di scialuppe superiore non fu ritenuto necessario, sia perché la nave era ritenuta inaffondabile e sia per ragioni estetiche e logistiche.



Fu avvistata una nave all'orizzonte e le furono inviati segnali di soccorso dapprima con un faro, quindi con razzi di segnalazione, senza però ottenere alcuna risposta. Si trattava del Californian, che in quel momento sostava a macchine ferme proprio per timore ai ghiacci. Il suo capitano fu informato dell’avvistamento dei razzi e ordinò di comunicare con la lampada morse, senza riuscire a stabilire alcun contatto. Ogni commento è superfluo. Al ritorno a terra il capitano messo sotto inchiesta per non aver prestato aiuto, non fu condannato penalmente ma ricevette dure e giuste accuse dalla pubblica opinione. Suggestiva la descrizione di un ufficiale del Californian. Salii in coperta alle 23.56 e vidi le luci di un grosso piroscafo. Tornato in cabina ma non riuscendo a dormire, dopo mezz'ora tornai in coperta. A una decina di miglia di distanza vidi nel cielo una luce bianca e pensai fosse una stella cadente. Dopo sei o otto minuti vidi un razzo salire nel cielo nello stesso posto e mi dissi: dev'essere un bastimento in pericolo.



Il destino del Titanic è ossidarsi nelle acque dell’oceano Atlantico ma la sua vera fine sarà quella di essere ricoperto da colline di sabbia che già si stanno formando nei dintorni del relitto, per giochi di correnti marine, coprendolo per l’eternità.



Ricordiamo altri grandi affondamenti della storia navale. Il Lusitania nel 1915, l’Andrea Doria nel 1956 e il Costa Concordia nel 2012.





© 2012 by Enzo Casamassima. All rights reserved. No part of this document may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic, mechanical, photocopying, recording or otherwise, without prior written permission.