viernes, 1 de julio de 2011

Unitá d'Italia - Lucania II






Ai 150 anni dell’Unità d’Italia.




Ricordo di Giustino Fortunato.


Giustino Fortunato nacque a Rionero, il 4 Settembre 1848 e mori a Napoli, il 23 Luglio 1932. Laureato in giurisprudenza è stato uno storico e uomo politico, appartenente all’area moderata. Di profondi valori morali, fu uno dei più importanti rappresentanti del meridionalismo. Effettuò vari studi in materia e pubblicò nel 1879 il più conosciuto di essi, in cui esponeva gli svantaggi fisici e geografici dell'Italia del sud, i problemi legati alla proprietà dei terreni e il brigantaggio. Era decisamente ostile ad ogni tipo di federalismo e sebbene difendesse la necessità di redistribuire i territori e di finanziare servizi indispensabili come scuole e ospedali, mostrava sfiducia di vincere con le proprie forze i condizionamenti economici e storici del Mezzogiorno. Si aspettava dal Nord la salvezza ma col tempo, si mostrò disilluso per l'incapacità e la svogliatezza delle classi dirigenti della nuova Italia, di risolvere la questione meridionale. Oppositore del fascismo, fu tra i primi a intravederne la minaccia.

Lettera a Pasquale Villari del  2 - 9 - 1899

« L'unità d'Italia è stata e sarà, ne ho fede invitta, la nostra redenzione morale. Ma è stata purtroppo, la nostra rovina economica. Noi eravamo nel 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L'unità ci ha perduti. E come se questo non bastasse, è provato, contrariamente all'opinione di tutti, che lo Stato Italiano profonde i suoi benefici finanziari nelle province settentrionali in misura ben maggiore che nelle meridionali. »



Nulla di nuovo dopo 150 anni.



Ipocritamente festeggiamo l’Unità d’Italia!!













Un fratello ti da e ti toglie ma non si respinge.





Volere sempre ragione, ottenebrare le menti, lanciare anatemi, complottare per sopraffare…  non sono questi forse i migliori attributi del nostro idolo politico? Pero nessuno gradirebbe avere un figlio o un amico cosí.




Per il suo popolo "La Lega" sarebbe capace di legalizzare le raccomandazioni.




Un personale beneficio materiale se al costo di altrui disgrazie sino a che punto serve?




Berlusconi é l'unica tragedia italiana contemporanea a due millenni.






















Nonna


Reclina sugli affanni e sul lento foco,
che attizzi con la legna e un soffio antico,
risentir lo strascichio dei tuoi piedi invoco
e il tonfo di un recalcitrante desueto stipo.

Il passo lento e il lasco tuo dinoccolare,
ammantata da un cencio pieno d’anni,
conosciuto come il frangere del mare,
ti rivedo curva tra i tuoi passati scanni.

Giorni penosi a subir della sconfitta l’onta,
gli acciacchi e il perpetrar sommesso della vita,
fatta di gravose rinunce e da sciagure vinta,
come avrei voluto che non fossi mai partita.

Nella spoglia stanza dove il poco é alla portata,
apri i lunghi capelli argentei ritirati a riccio,
reiterato é il tuo ovattato passar di mano,
in testa un panno per toglierti l’impiccio.

Nel grembo cullandomi una nenia cantavi,
trastullo di fanciullo e il tono tuo godevo,
tarda madre al riso la cava bocca concedevi
e al cuor di nonna un altro rima reclamavo.

Muta è la tua voce negli odierni affanni,
scossi da contorte movenze e mille inganni,

affinavi senza calcar nella ferita il dito,
il tempo forgerà la tua figura all’infinito.

Perdono ai numi e agli orditi piani,
al fato che mi precluse senza rinviare,
le soavi carezza delle tue ineffabili mani
e sol son costretto in questa noia a navigare.

E se non fosse per quei vispi pargoletti,
se non fosse che la vita induce ad apportare,
verrei a te vecchia madre obliando anche i diletti
e disprezzando in tuo onore sollazzi e altari.

Verrei a te per dar quello che gentil donavi,
baciarti e accarezzarti con tanta bramosia,
dirti quante lacrime versai per le tue gote
e notar che sempre bella come nessun tu sia.

Più non avrò l’abbraccio tenero e la tua veglia,
né un delicato rimbrotto o le lusinghe,
i giorni danzeranno solo come avvisaglia,
del ritrovar nella gelida terra le tue ossa.

Tal volta sento raschiar gli omertosi muri,
dalle remote rughe e dal tuo volto eletto,
sei giù nel bollente brodo primordiale,
eppur ti sento li a due passi dal mio letto.














Lucania
































































































































Impatto ambientale


Per le ristrutturazioni della case di campagna, la Regione Basilicata tra l’altro ha imposto per vincoli paesaggistici, le persiane in legno invece che in allumino o altro, più economiche e durature. I tetti a spiovere con tegole invece delle più pratiche e calpestabili terrazze, con un rilevante aggravio di spese… mentre permettono queste oscenità.














L’impatto ambientale è terrificante. Inseriti a caso qui e là, torrioni Donchisciotteschi del nuovo millennio, secondo le scelte di qualche sprovveduta e famelica giunta. Si preferirebbe persino regimi di semi austerità a questi scempi, per preservare la nostra amata terra. Ma se proprio dobbiamo sopportare queste volgarità, realizziamo dei parchi eolici in zone di scarso interesse paesaggistico! I vincoli sono solo per i comuni mortali? Per le multinazionali o grosse imprese non esistono? Che ci fossero ancora le tangenti sotto? Nooooo! È solo cattivo gusto! 

 


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